giovedì 13 settembre 2007

Gran Tour d'America

«Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone». Lo scriveva John Steinbeck, il romanziere americano che nel 1962 ricevette il premio Nobel per la letteratura. Ma questo in fondo deve essere anche il pensiero di Giancarlo Michelotto, 70 anni, e di sua moglie, Adriana Arena, 67 che il 23 novembre dal porto francese di Le Havre partiranno per un viaggio lungo due anni, a bordo del loro camper, in cui visiteranno tutto il continente americano.

Da Buenos Aires a Capo Horn per poi risalire lungo la Cordigliera delle Ande e toccare Santiago del Cile addentrandosi quindi nella foresta amazzonica attraversando il Brasile, la Bolivia, e su sino al Venezuela e alla Colombia da dove si imbarcheranno per il Centro America che percorreranno sino agli Stati Uniti, il Canada e l'Alaska.

Oltre centomila chilometri per un viaggio che toccherà metropoli e piccole città; villaggi dimenticati e paesaggi sconfinati; picos e ghiacciai; indios ed europei; grandi ricchezze e laceranti miserie.

«Viaggiare è scoprire e scoprirsi; è la prima emozione che ti lascia un luogo, una città, un'atmosfera - racconta Giancarlo Michelotto, che abita a Limena, un comune alle porte di Padova, e che prima della pensione ha lavorato per vent'anni nella torrefazione del caffè per poi concludere la sua attività come consulente finanziario - Il viaggio è stata sempre la mia passione alla quale poi ho abbinato quella per la fotografia. Sono affascinato dalle persone, dalle tradizioni dei popoli. Viaggiare è imparare, è vivere la terra che si vede».

E la lunga avventura di Giancarlo Michelotto e della moglie Adriana, inizierà con quello che nei primi anni del Novecento, dagli emigranti italiani che andavano a cercare fortuna in America del Sud sbarcando tra le case colorate del barrio della Boca; era chiamato il "viaggio del mese".

«Il tempo, 28 giorni - spiega Giancarlo Michelotto - che la nave porta container in cui faremo salire il nostro camper da Le Havre giunga a Buenos Aires. Dovremmo arrivare per Natale, poi da lì comincerà il nostro vero viaggio che faremo interamente in camper, uno Sprinter Mercedes a quattro ruote motrici del 2003».

E sempre con il camper i signori Michelotto, nel 2005, furono protagonisti di un'altra avventura che li condusse dalla Cina al "tetto del mondo": il Tibet. «Un'esperienza meravigliosa durata oltre 80 giorni e in cui siamo passati dalle metropoli cinesi come Pechino e Shanghai, ai monasteri di Lhasa. Ora però, dopo avere visitato l'Est del mondo, c'è la grande curiosità di scoprire l'Ovest; paesi come la Bolivia, il Perù; città come Buenos Aires, New York, Città del Messico. Sarà un'esperienza davvero indimenticabile».

Che Giancarlo Michelotto da mesi sta preparando e definendo nei minimi dettagli, trascinando con la sua grande passione anche la moglie. «Mia moglie forse sarebbe un po' più tiepida di me - conferma Giancarlo - ma poi vive le mie stesse intense emozioni. In questi giorni stiamo definendo l'itinerario, prendendo i contatti con alcuni italiani che vivono in Sud America. Mi piacerebbe riuscire a documentare la storia dei veneti in quel Continente approfittando dell'incontro con le varie associazioni culturali, ma anche con le singole persone. Poi al termine vorrei documentare questo grande viaggio con una mostra fotografica».

E proprio per questo i coniugi Michelotto hanno già contatto la Regione Veneto, tramite l'assessore alle Politiche dei flussi migratori, Oscar de Bona.

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