venerdì 11 aprile 2008

Aprile 2008

Carissimi, dopo S. Fè, abbiamo attraversato alcune belle cittadine, molte sono gemellate con paesi del Piemonte. Tra queste Yapyu dove è nato il Generale Martin il Libertador, il più onorato eroe argentino: ha liberato l'Argentina dagli spagnoli. Di fronte ai resti della sua casa è stato eretto un arco del trionfo che sarà terminato quando le Maldive torneranno all'Argentina. A Puerto Iguazzù siamo andati ad ammirare le Cataratas dal lato argentino: belle, spettacolare la Garganta del Diablo.
Poi siamo entrati in Brasile e abbiamo continuato ad ammirarle dall'altro lato : sono molto più imponenti viste da qui perchè ci si immerge in esse.

Lo stesso giorno siamo andati a salutare il sig. Arnaldo Bortoli il cui bisnonno era di Asiago. Ci aveva raccomandato di andarlo a trovare don Antonio Bortoli di Limena, per lungo tempo alla guida della Parrocchia di Asiago. Ci teneva molto a ristabilire i contatti inspiegabilmente persi con i Bortoli.Mai e poi mai avremmo immaginato una accoglienza tanto calorosa da parte di tutta la famiglia. Innanzi tutto ha voluto che alloggiassimo nel proprio albergo, il Bella Italia, che raccomandiamo a tutti gli amici che passeranno per Foz, per la cortesia e professionalità delle maestranze, per l'ottima cucina con serate di cibo italiano, per i prodotti genuini fatti in casa: pasta, marmellate ecc.,verdure e frutta del proprio orto.
Praticamente per 15 giorni siamo stati con loro in particolare il Venerdì Santo (qui festivo) il sabato con lo spettacolo delle cascate viste di notte con la luna piena e la domenica di Pasqua. Poi ci hanno accompagnato nel Rio Grande Do Sul, stato dal quale provengono.
E così con loro ci siamo immersi in "Veneto 2", la zona a maggior concentrazione di nostri immigrati. A Veranópolis, città di provenienza di Arnaldo siamo stati accolti con lo stesso calore dal fratello e dalla cognata, a Bento Goncalves, da dove proviene la moglie signora Cleris, siamo stati con le famiglie Possamai, Boldrini, Buffon che sentitamente ringraziamo per la squisita accoglienza.
Tutti possiedono delle belle case e delle aziende agricole specializzate per la coltivazione della vite
Ci hanno raccontato di quanto sia stata difficile la vita dei loro padri e nonni
L'Arnaldo ci ha offerto una serata di evocazione del passato: a Villa Flores abbiamo assistito ad un "Filò" durante il quale ci è stato raccontato a voce, con canzoni e mimica come è avvenuta l'immigrazione in Brasile. Questi sono alcuni ricordi che ci preme farvi conoscere.
La prima immigrazione di italiani è arrivata nelle piantagioni di caffè della zona di S. Paolo dove per l'abolizione della schiavitù c'era una forte richiesta di manodopera. Lì i nostri hanno trovato delle strutture di accoglienza anche se sappiamo di quale sfruttamento furono vittime.
L'altra grande ondata di immigrazione iniziò nel 1875 nello Stato di Rio Grande do Sul.Dall'Italia le navi arrivavano a Santos,il porto di S. Paolo, e poi con navi più piccole i nostri raggiungevano Porto Allegre. Viaggiavano con gli animali domestici, mucche, cavalli, galline ecc. e spesso incontravano epidemie di colera e altro. Chi non ce la faceva veniva gettato in mare e i propri congiunti per la disperazione non rivolgevano più lo sguardo indietro per intere giornate. La durata della traversata dipendeva dalle condizioni atmosferiche e andava dai trentacinque ai sessanta giorni. Ci hanno raccontato di un bambino deceduto il giorno prima dello sbarco: la mamma ha continuato a tenerlo in braccio come dormisse perché le guardie non la costringessero a gettarlo in mare. Appena sbarcata scavò una buca e lo seppellì. Altro triste racconto di una famiglia che aveva lavorato per anni in una fattoria veneta con l'accordo di avere il salario tutto in una volta ma al momento di richiederlo per l'intenzione di andare in America il capofamiglia ricevette questa risposta: cosa avevi quando sei venuto qui? Niente e niente avrai! I primi ad arrivare furono dei milanesi i quali misero nome Nuova Milano al luogo cui furono destinati. Di lì passarono tutti quelli che arrivavano prima di dirigersi al lotto destinato. Circa 50 anni prima erano arrivati gli Alemanni e i Polacchi. Essi si impossessarono dei territori più pianeggianti e ricchi di pascoli.
Gli Italiani hanno avuto in assegnazione dei lotti, chiamati colonie, di circa 24 ettari l'una. Se una famiglia aveva figli maggiorenni, anche a loro veniva assegnata una colonia. Erano preferite le famiglie con figli perché così per la sopravvivenza di questi, si era sicuri che mettessero il massimo impegno nel coltivare il terreno. Il paesaggio ora assomiglia molto a quello delle nostre prealpi ma allora era prevalentemente mato , cioè bosco fitto, e il primo strumento usato dai nostri è stato il roncone per farsi strada. Il mato era pieno di bisce, serpenti, tigri, e a volte anche di macachi e di Bulgari, gli Indigeni (con l'appellativo di Bulgari allora si identificavano i nomadi) Quando assegnavano il lotto di terreno, gli addetti alla distribuzione accendevano un fuoco che raccomandavano di non spegnere mai per tenere lontani gli animali e per le necessità domestiche. Le prime dimore furono fatte sugli alberi per ripararsi dagli animali, Successivamente vennero fatte con tavole ricavate segando a mano i tronchi che abbattevano e a volte solo tagliandole con l'accetta. Si aiutavano l'un l'altro e si muovevano sempre cantando per fare allontanare gli animali. Per anni produssero solamente i prodotti che occorrevano al sostentamento della famiglia e non esisteva produzione per la vendita. Alla domenica andavano alla messa facendo chilometri a piedi scalzi, portando mezzo sacco di miglio (mais) sulle spalle (30 kg) nella speranza di barattarlo con altra cosa o di venderlo, altrimenti lo riportatvano indietro. Per fare la spesa dovevano fare, da Bento Goncalves, 320 km tra andata e ritorno, a piedi, impieganto 6 / 9 giorni a seconda del tempo. Quando pioveva e non avevano ombrelli si riparavano ,ritti, sotto alcune lamiere e solo successivamente furono installati dei ripari più comodi. Per il ricovero in ospedale si facevano, con la portantina a mano, 80/100 km. a piedi.
Qualcuno non resistette a tanta durezza e impazzì, altri si sono impiccati.
Da circa 30 anni le cose sono cambiate: la produzione, quasi solo vino, frutta e verdura (ricordiamo che siamo al sud del Brasile, la zona più fredda del paese), viene venduta . Anzi c'è un notevole cambiamento. La colonia iniziale è diventata insufficiente e così molti si sono portati più a nord, a Santa Catarina, in Paranà, nel Mato Grosso. Altri si sono staccati dalla campagna, si sono diplomati o laureati e spostati nelle città principali. Oggi le Colonie lavorano soltanto il terreno dove è possibile entrare con il trattore perchè non è più economico lavorare manualmente con la zappa. Il bosco si sta riprendendo il terreno non più coltivato. Sono vietati l'abbattimento di alberi e la caccia che sempre è piaciuta ai veneti anche perchè con le radici delle piante tanto utile è stata nei primi anni di insediamento per la sopravvivenza. C'erano molte Lepri ed altri volatili. Ora molte città sono in crescita e richiedono manodopera qualificata, ma il numero degli abitanti è stazionario perché le famiglie si stanno riducendo a due, tre figli. Quello che abbiamo constatato di diverso dall'Argentina o Cile è che i Veneti delle Colonie che continuano l'opera dei loro avi e godono dei loro sacrifici, sognano di vedere, di conoscere i luoghi da cui i loro cari sono partiti, ma sentono che queste terre che tanti sacrifici sono costate, sono le loro terre e qui vogliono restare.
Molte delegazioni vengono dall'Italia, Bento G. è gemellata con 6 / 7 Comuni del Trentino e con la stessa Provincia. Specialmente le delegazioni dei Comuni più piccoli chiedono alberghi di lusso, stanze singole e spesso fanno fare brutta figura al gestore, se italiano, per l'insistenza che hanno nel richiedere specifiche prestazioni al personale pensando che tutte le brasiliane siano p ...
La Regione Veneto offre il soggiorno totalmente gratuito per alcuni fortunati e anche scambi culturali per gli studenti. Chiedendo una partecipazione finanziaria agli interessati, forse, con gli stessi fondi si potrebbero moltiplicare le presenze.
Qui parlano il "taliano" il dialetto delle varie provincie venete di cento anni fa: danno del vu, dicono Mare / pare (madre e padre), ecc. Siamo stati ben accolti anche perché parliamo come loro a differenza di altri italiani che arrivano e con i quali non si capiscono.E'una zona prevalentemente abitata da discendenti di italiani; ad Antonio Prado è di origine italiana il 92% della popolazione e di questa il 54% è veneta, lombarda il 33% e la rimanenza trentina e tutti parlano il veneto, anche i mantovani. Peccato che non venga insegnata la lingua italiana, siporadicamente si tiene qualche corso di insegnamento.I giovani che escono dalla colonia si vergognano di parlare il veneto perché è indice di provenienza contadina. Nei depliants, nelle intestazioni delle cassette musicali si trovano errori grammaticali particolarmente nel mettere la "L" e il "gl" errore tipico dei Veneti. Sanno solo parlare ma non scrivere né leggere neanche il Veneto.
Negli anni quaranta era vietato parlare in italiano e anche i cognomi venivano trasformati in portoghese, così Michelotto passava a Miqueloto. Chi non si adeguava rischiava la prigione e molti si trovarono in difficoltà perchè non sapevano altro che il "taliano".
A Nova Padova il Prefeito Comunale (il Sindaco) è Ivo Sonda proveniente da Rosa, il Segretario
che gentilmente ci ha fatto da guida per due giorni facendoci conoscere la città e alcune famiglie è Alvirio Tonet di Tezze sul Brenta.Tra le visite ricordiamo il vecchio Mulino di Masochin, le famiglie Pilati e Tonello.
Alla guida di Antonio Prado c'è il Prefeito Marcos Scopel di origini feltrine. In questa città abbiamo conosciuto la famiglia Michelotto originaria di Padova: Luigi Michelotto n. a Padova nel 1859 da Felice e Teresa Marchioro. Nel 1869 nacque Luigia Rosa MENEGHETTO. Nel 1887 il Michelotto Arriva in Brasile e l'anno successivo sposa la Rosa MENEGHETTO. Siamo stati ospiti del nipote Melzi e abbiamo visitato la colonia dove è nato suo padre con altri 10 fratelli (Sembra che anche la paura dell'inferno minacciata dai preti abbia contribuito alla nascita di molti figli.) Il nonno, al compimento della maggiore età di un figlio o quando si sposava gli comperava una colonia e così i Michelotto si sono sparsi nello stato di Santa Caterina.
In Antonio Prado abbiamo partecipato ad una trasmissione radiofonica in Veneto mentre a Foz de Iguacu abbiamo partecipato a due servizi televisivi: il 1° della Globo è stato trasmesso nel telegiornale dello stato di Parana' il sabato antecedente la Pasqua.
Sono troppe le cose che ci accadono giornalmente e tutte non possiamo descriverle in un blog di viaggio. Le racconteremo al nostro ritorno.
Però non possiamo non ringraziare ancora una volta tutti coloro che abbiamo incontrato e in modo speciale con Arnaldo Bortoli la signora Cleris e la famiglia tutta per il calore e la generosità dimostrataci. A don Antonio, l'amico ritrovato, l'Arnaldo ha offerto il soggiorno gratuito, viaggio compreso, di almeno un mese; al parroco di provenienza Alemanna che per raggiunti limiti di età doveva allontanarsi da Foz, luogo in cui aveva esercitato il suo ministero per anni, ha approntato un appartamentino nel suo hotel versando anche una quota mensile all'ordine di provenienza. L'ultima mattina di nostra permanenza a Foz lo abbiamo conosciuto e abbiamo trovato in sala da pranzo anche l'attuale parroco locale che faceva la colazione, naturalmente gratis. Questo è Arnaldo Bortoli.



Primi giorni di scuola a Dos de Mayo









Yapyu: aspettando le Maldive argentine







Mucche del 2008: letto l'itinerario del ns.viaggio, sono rimaste senza parola!






Las Cataratas: una veduta dall'Argentina.









Uccellino del Parco di Iguacu








La Garganta (Gola) del Diablo dal lato brasiliano









Altra veduta delle cascate

















Cataratas con luna piena (22 marzo) e sotto le stelle99













Con i Bortoli uno ITAIPU 'la seconda diga e centrale del mondo

















La Grande Famiglia Bortoli il giorno di Pasqua Nella Loro Casa di Campagna











Villa Flores: Il FILO'-cantando La Bella Polenta












Consegna del Gagliardetto all'Ass. Veneti di Villa Flores











Bento Goncalves: nei vigneti Dopo la mangiata al rist. "La Sbornia" della famiglia Sartori












Nova Padova, Piccolo Paradiso Italiano: le prime 5 PADOVANE Erano famiglie












In Prefeitura: scambio di Gagliardetti con il Sindaco Ivo Sonda e il Segretario Bilu'Tonet












La famiglia Pilati

















La famiglia Tonello












Prefeitura di Antonio Prado: consegna del Gagliardetto al Sindaco Marcos con Scopel Melci Michelotto













Signore Fratelli Michelotto con