martedì 27 maggio 2008

arrivando a Salvador

Sulla strada che porta a Salvador abbiamo visitato delle scuole primarie; esse vanno dalla prima alla ottava classe. La prima scuola era composta da una classe con alunni di terza, quarta e quinta. La porta di entrata era senza gradini e si saliva su una tavola inclinata, uguale a quella che usano i ns. muratori per salire con la carriola. La loro professora (non esiste il maestro, in ogni grado di scuola c'è il professore) insegna 4 ore al mattino e tre alla sera nel corso per gli adulti. Al sabato le scuole sono chiuse. Ci sono tre turni giornalieri il primo alle 7 o 7,30 il 2 ° alle 13 ed il terzo alle 19. Nella scuola pubblica gli insegnanti sono mal pagati e tanti insegnano in più turni o in più scuole per sopravvivere. La stessa classe può avere alunni di età molto diversa, dai 7 / 8 ai 16 anni.Praticamente non si impara niente. Chi può ricorre alle scuole private che si accaparrano gli insegnanti migliori.
L'insegnante, quando siamo arrivati, ha fatto uscire i ragazzi per illustrare il ns.viaggio e per portarci nell'aula dei più piccoli. Questa aula è un gazebo, senza pareti, tutta in legno.
La prima aula la potete vedere in foto con la nonna Adriana alunna.
La seconda scuola era così composta: all'esterno un tavolino con una professora e tre alunni del primo anno, la 2 ° classe era una ottava sistemata ai lati di uno stanzone-garage senza porta e la terza classe, una sesta, occupava un portico. Crediamo non sia necessario aggiungere una ns. valutazione.
Un fortissimo abbraccio dai nonni Adriana e G. Carlo









immagini da Monte Pascoal

Monte Pascoal: qui gli Indio sono ancora più poveri, non hanno ancora la corrente elettrica e l'illuminazione avviene con lampade a gas. Deve arrivare un generatore e un signore in previsione del suo arrivo ha già acquistato un enorme frigorifero. Vivono con un poco di turismo e con la vendita di utensili in legno (madera) fatti dagli uomini mentre le donne, anche qui, fanno le collane con semi dei frutti. Le case sono fatte di fango e paglia, senza porte, senza finestre e senza pavimenti. Cucinano in forni fatti con la terra.
Foto di Monte Pascoal:






Immagini da Corumbao

Questo aggiornamento è dedicato alle nostre nipoti Eleonora e Giulia per fare vedere loro che anche in Brasile ci sono dei bambini e ragazzi bravi, allegri e simpatici, delle buone mamme e delle nonne meravigliose. Ci sono, purtroppo anche molti bambini sfortunati, e poveri che studiano in condizioni ed ambienti molto precari. E questo lo abbiamo riscontrato nella zona del Nord-Est.
Vi mostriamo un villaggio indio di Patusco, sull'oceano Atlantico, chiamato Punta Corumbao. Esso è una spiaggia vergine della città di Prado e il secondo in montagna sul monte Pascoal , a 700m.
Per arrivare a Corumbao abbiamo percorso un centinaio di km dei quali 60 senza strada impiegando 6 ore e con un vagone di salti.
Lì abbiamo vissuto con gli Indio 4 giorni e abbiamo mangiato il pesce comperato direttamente dai pescatori. Le case sono di legno, molto modeste, l'energia elettrica è arrivata da tre anni, prima era prodotta da un generatore che veniva spento alle 22. Gli abitanti vivono di pesca, qualcuno di turismo o di agricoltura. Le donne fanno delle collane con i semi dei frutti, di moltissimi colori e forme varie e mandano i bambini uno venderle. C'è una cappella dedicata a S. Francesco d'Assisi, dove una volta al mese viene un padre a celebrare la messa. Le altre domeniche, compresa quella in cui siamo stati presenti noi, la messa è concelebrata da tre donne che si alternano nei vari momenti e tutti i presenti partecipano con devozione; non viene somministrata la comunione. E' stata una celebrazione molto coinvolgente ed alla fine abbiamo fatto una foto di gruppo.
Foto di Corumbao









lunedì 26 maggio 2008

S Paolo

Nostri cari, per prima cosa vogliamo ringraziare tutti coloro che ci hanno dato i nominativi di parenti, conoscenti o residenti nei Paesi che abbiamo visitato e visiteremo. Non sempre è stato possibile incontrarli per le notevoli distanze che li separavano dal ns. itinerario; però avere i loro nominativi ci è stato e ci sarà sempre di aiuto e conforto in caso di necessità.
Siamo felici del voto popolare di quiesti gg perché gli Italiani sono riusciti a riformare quello che i ns. politologi e politici non sono riusciti a fare in tanti anni, cioè ridurre l'eccessivo frazionamento del ns. Parlamento.
Dopo avere visitato Rio Grande do Sul, attraversando lo stato di Santa Caterina, ci siamo portati a San Paolo, la città più importante del Brasile non solo per le attività industriali e commerciali ma anche per quelle culturali. Ha le dimensioni e la funzione di Shangai per la Cina, ma per noi è meno affascinante. Non si vede dove inizia e dove finisce, non ha una architettura che la caratterizzi. Il traffico, siamo arrivati alle ore 17 di venerdì, è caotico, una fiumana di automezzi con strade su più piani. Le motociclette, suonando il clacson, sorpassano tra le corsie delle auto correndo a gran velocità. Su indicazione di Alvirio Tonet, pres. Associazione Veneti di Nova Padova, ci siamo messi in contatto con il Sig.. Gianni Boscolo che rappresenta i Giovani Veneti di S. Paolo. Egli si è subito prodigato per farci sistemare e per farci compagnia nella visita alla città, nel pranzare assieme e nell'ospitarci nella casa dove vive con la mamma. E' una signora molto gentile e disponibile, originaria di S. Giovanni Lupatoto. Ella ci ha raccontato che la suocera, originaria di Chioggia, usciva tutta elegante, con i guanti lunghi e il cappellino e che si meravigliava perché in Brasile le donne si facevano gli abiti con le fodere! In realtà erano lucidi perché fatti in raso di seta. Con Gianni abbiamo visitato il Parco di Ibirapuera, il Teatro Municipale, il Mercato Vecchio, oggi ristrutturato e meta turistica, il centro degli affari, il Palazzo Italia, la Parrocchia Italiana, affrescata da un unico autore, il toscano Pennacchi, con colori tenui - pastello. Il sabato sera siamo andati assieme alla sua amica Eugenia a Santos, porto e spiaggia di S. Paolo, e accompagnati da altra amica del posto abbiamo visitato il lunghissimo giardino che fronteggia il lungomare, il porto e la città vecchia illuminata a giorno e frequentatissima anche di notte, la chiesa di S. Antonio ancora aperta a mezzanotte.Eugenia, con la famiglia, possiede una fabbrica di attrezzature agricole ed una azienda agricola che produce canna da zucchero e arance di varie qualità per avere in ogni stagione i frutti maturi. Ci ha raccontato del nonno, di quando è venuto dall'Italia e ha incominciato a coltivare la terra. Per avere i frutti dalla prima piantagione dovevano passare 6 / 7 anni e , per vivere, in attesa dei raccolti,con l'aiuto di un amico banchiere piantò un milione di piantine di ananas. Ci fu una tremenda gelata e tutte le piantine si bruciarono. Sempre con l'aiuto del banchiere, che si fidava della sua parola, piantò della mandioca , venne una invasione di bruchi che mangiarono tutte le piante. Negli anni successivi le cose migliorarono. Dopo alcuni anni la Banca dell'amico ebbe una forte crisi di liquidità e il nonno versò in essa tutti i depositi che teneva presso altre banche facendolo sapere a tutti in modo che anche altri lo imitassero. Essa si riprese e così il piacere di fiducia fu ricambiato.
Eugenia ci ha messo al corrente della funzione che viene svolta dalla chiesa cattolica tramite i missionari italiani e tedeschi nella zona brasiliana al confine con la Bolivia e la Colombia, dove non esiste controllo dello Stato. La Chiesa, con l'istruzione e non solo con l'insegnamento ma anche con la creazione di laboratori e aziende agricole, fa da cuscinetto e frena la penetrazione della guerriglia. Il Gianni ci ha accompagnato nella sede della Confederazione Veneta. Abbiamo conosciuto la coordinatrice della Confederazione delle Associazioni Venete signora Bruna Spinelli, venuta da Villafranca Padovana negli anni '60. Con il marito ha creato un laboratorio di calzature per donna ed ha avuto fino a 5 negozi di vendita. Ora si è ritirata ed ha messo a disposizione la sua sede per l'Associazione Veneti. Ha lamentato di non essere stata avvertita del ns. arrivo, di non sapere che due veneti stavano girando l'America in camper. Noi l'abbiamo ringraziata perché Gianni Boscolo è stato un amico superiore ad ogni attesa, gentile, generoso, competente e disponibilissimo in tutto.
Per noi non era una novità quello che diceva la signora Bruna perchè non c'è nessuno che sappia del ns.viaggio e gli incontri ce li siamo sempre", cercati e trovati ". Da S. Paolo ci siamo portati sulle spiagge tra S. Paolo e Rio fermandoci a Ubatuba ricca di spiagge con sabbie di vari colori. Lì siamo stati raggiunti dall'invito di un'altra famiglia Michelotto perchè si era sparsa la notizia di noi tra i Michelotto di tutto lo Stato. E' residente in Minas Gerais, a Varginha e passeremo da loro visto che saremmo passati abbastanza vicini, dopo avere visitata Paraty , una delle mete turistiche più frequentata dai brasiliani. La caratteristica di Paraty è che le strade del centro storico con l'alta marea e con le forti piogge vengono invase dall'acqua, come Venezia, dicono . In realtà i marciapiedi e i negozi sono ad un livello più alto della strada e l'acqua non procura danni, anzi lava le strade e crea un certo effetto. E 'una città che vive di turismo: tutta una fila di negozi e ristoranti, ben tenute le case tinteggiate non così le chiese con muri scrostati e trascurate. La solita incuria e la poca attenzione che abbiamo riscontrato per il patrimonio storico. In due giorni ci siamo portati a Varginha, 150.000 abitanti, adagiata su delle colline, con strade ripide e strette. Gli abitanti non conoscevano la via che chiedavamo , ma tutti conoscevano Michelotto perché per anni è stato nell' Amministrazione della città e presidente dell'Automobil Club. Siamo stati accolti con entusiasmo, la figlia Cristina non credeva ai propri occhi. La famiglia è composta da papà Luigi, mamma Luiza, la figlia Cristina, separata, con il figlio Filipe e il fratello Lucas, ingegnere, sposato e papà della piccola Maria Luiza.
Questa è una zona specializzata nella coltivazione del caffè con alcune torrefazioni , centri di ricerca e magazzini doganali per l'esportazione.
Al Michelotto non ci unisce solo il cognome ma anche "Il Caffè" Perché noi siamo ex torrefattori e lui possiede una tenuta con circa 40.000 piante di caffè. La sua attività principale era la vendita di batterie ed accessori per auto, ora condotta da un nipote. Ha degli immobili dati in affitto. La produzione di caffè è un anno abbondante e il successivo meno. Quest'anno è minore anche per una forte siccità. Il caffè viene raccolto da maggio a settembre, a mano o a macchina in un unico passaggio Viene portato in cooperativa per la classificazione e la selezione e poi stoccato a lotti. Ogni socio rimane in possesso del suo lotto che verrà venduto su sua indicazione. Puo avere degli anticipi e tramite la cooperativa acquista le attrezzature e i fertilizzanti. IL socio è spinto a migliorare la qualità dal momento che il prodotto non va messo tutto assieme. Alla domenica con i Michelotto siamo andati a messa presso la cattedrale e alla benedizione il celebrante ci ha chiamato sull'altare e presentati alla comunità. Poi tutti nella tenuta agricola assieme a parenti e amici.
Ma dal 1996 Varginha è diventata famosa anche per avere "ospitato" degli extra terrestri che sono arrivati con una navicella spaziale. La città è stata invasa da curiosi e studiosi di tutto il mondo. Per tenere vivo il ricordo nel 2001 è stata eretta una grande navicella che alla notte viene illuminata.
Al ns. arrivo in camper siamo stati l'attrazione di tutti, Luis chiamava a vederci, e alcuni suoi amici ci hanno paragonato agli ET soprannominandoci "nonni extra terrestri". L'amico Maurillo, che ringraziamo, non ci ha pensato due volte e ci ha riprodotti su una maglietta in costume da bagno, euforici, con in mano una bottiglia di Cachaca di 51 ° (è la loro grappa derivata dalla canna da zucchero e pensiamo che alcuni bicchieri di troppo di grappa sia stata la molla della visione del 1996).In casa dei Michelotto ci siamo sentiti come fossimo a casa nostra. Le continue attenzioni, premure, regali e l'affetto riservatici ci hanno commosso. La Cristina per noi è stata una seconda figlia ritrovata in Brasile. Sappiamo che la nostra cara Liana, la figlia d'Italia, ha un rapporto via e-mail quasi giornaliero con sua sorella brasiliana.

Da Varginha, via Belo Horizonte, siamo andati Ouro Preto (Oro Nero). E 'molto bella, ben tenuta anche nei monumenti e nelle chiese ,sono 23 nel centro; ora ha 65,000 abitanti ma nel momento dello splendore, quando c'era la febbre dell'oro e degli altri minerali preziosi, aveva 110.000 abitanti quando N. York ne aveva 50.000 e 20.000 Rio de Janeiro. Ora Il tesoro della città è il turismo sia brasiliano che straniero. Poi visita di una giornata a Petropolis e quindi a Rio precisamente a Duque de Caxias, 900.000 abitanti e facente parte della Rio Grande. Qui incontriamo Nicoletta e Enrico Moreschi, che per anni è stato nella stessa azienda di ns. figlia Liana. Lui, ingegnere, lei psicologa, svolgono attività di volontariato come laici missionari diocesani assieme ai Padri della parroquia Parada Angelica, don Damiano Fortin, di Taggì, don Cristiano Marsotto e don Armando Cellere prossimo al rientro in Italia dopo circa 30 anni di vita passata in Brasile.
All'indomani, lunedì, assieme ci siamo recati nell'Isola Grande, paradiso ecologico ed ambientale a sud di Rio, perché i Padri avevano programmato un periodo di ritiro spirituale e di aggiornamento dei missionari della Diocesi di Padova. Vi ha partecipato anche monsignor Giuseppe Zanon giunto appositamente dall'Italia. Noi abbiamo fatto alcune passeggiate nelle comunità vicine e avremmo dovuto fare anche una gita in barca ma il tempo non ce lo ha permesso. Alla sera abbiamo partecipato alla messa.
Dopo 4 gg siamo ritornati a Caxias e qui ci siamo resi conto dell'ambiente in cui operano i ns. missionari diocesani. Praticamente vivono in mezzo alle favelas e queste sono molto più problematiche di quelle di Rio. Percorrendo una strada Enrico ci ha detto che lui conosceva ed era conosciuto e poteva entrare in alcune favelas alla sua destra, ma in nessuna di quelle a sinistra, le strade di ingresso delle quali erano sbarrate da tronchi d'albero per evitare incursioni della polizia o delle bande rivali!
Enrico svolge l'attività di coordinatore di un centro di informatica e una volta alla settimana di istruttore di nuoto in una piscina messa a disposizione da una azienda locale. Nicoletta oltre al lavoro di gruppo segue dei casi singoli di difficoltà, tiene corsi di lingua italiana, sta preparando uno scambio di 15 gg tra ragazzi di Caldogno e quelli di Caxias e organizza gruppi di lavoratrici che fanno lavori di cucito, uncinetto, ai ferri ecc , per la vendita dei prodotti loro in luogo e in Italia.
I missionari incontrati operano con abnegazione e passione, e la popolazione ricambia riconoscente con affetto.Li ringraziamo tutti per la cortese ospitalità.
Con la famiglia di Antonino Casanova, meccanico di Caxias e studente di lingua italiana, abbiamo visitato la città di Rio. Grazie per la compagnia e per la lezione di portoghese.
Sono tanti gli appunti e le foto scattate sulla vita in Brasile e non sappiamo quando potremo raccontarveli, per ora vi diciamo che il rapporto con le persone è entusiasmante particolarmente con i bambini che si avvicinano di loro iniziativa. In pillole tre realtà diverse: il Gianni è sopravvissuto a due assalti armati e ne porterà le conseguenze per tutta la vita, a S. Paolo si mette l'auto nel parcheggio custodito anche per andare in pizzeria, l'auto, con vetri scuri, va sempre tenuta chiusa anche in corsa e si vive tra le apprensioni. Gianni era sempre teso perché G. Carlo aveva la macchina fotografica, anche se tenuta in una borsa di plastica da supermercato.A Varginha tutti si conoscono, lasciano le porte aperte e incustodite le auto in strada. A Rio i ns. missionari sperano, quando si sentono l'arma alle tempie, che sia la mano di un professionista e non quella più pericolosa di un ragazzo. Gli unici a non essere stati assaliti sono Nicoletta ed Enrico che però a Cremona, durante la recente visita in Italia, sono stati derubati e qui a Caxias durante la loro assenza svuotati dell'arredamento completo della casa.
Bisogna stare attenti all'ora e al luogo e soprattutto avere tanta fortuna perché fra le "effusioni" dei brasiliani è molto diffusa anche quella di spogliare il turista. Con questo aggiornamento lasciamo la zona del Sud America più popolata dai ns. connazionali o discendenti. Saluti a tutti. Adriana e Carlo.

















Il Mulino Masochin a Nova Padua













Strada Graziosa













Con Gianni Boscolo al Parco Ibirapuera













Domani pensera linea Adriana alla '!













Mercato Vecchio di S. Paolo



















Santos di notte














In Federazione Veneta con Bruna Spinelli e Gianni













Fazenda



















Paraty













Varginha: i Nonni E.T.















Famiglia Michelotto













Michelotto E IL CAFFE '













India una Ouro Preto



















Ouro Preto
















Comunita 'uno di Duque con Caxias Nicoletta ed Enrico Moreschi














Enrico Moreschi in piscina















Isola Grande: la Messa in Cappella con i Missionari Cellere Armando, Damiano Fortin, Cristiano Marsotto, Nicoletto Lucio, Ruvoletto Ruggero, Massimo Valente, Zecchin e Mons. Orazio. Giuseppe Zanon. I Volontari Laura, a cura di Enrico Nicoletta, tre signore nativo dell'Isola Grande, Adriana e G. Carlo.



















Un abbraccio a tutti